Schuberth, il sarto delle dive

Schuberth, il sarto delle dive

Emilio Federico Schuberth nasce a Napoli nel 1904 da una eccentrica coppia: lui nobile, di famiglia sassone, lei famosa danzatrice di flamenco spagnola.
Agli inizi degli anni 30 arriva a Roma come pittore con pochi soldi in tasca e una forte attrazione per le belle donne. Inizia per gioco a disegnare cappelli per signora. La contessa Ratti nipote di Achille Ratti (Papa dal 1922 al 1939 con il nome di Papa XI) gli consiglia di insistere e aprire una bottega e così fù.
Prima aprì una modisteria poi, con l’aiuto della moglie, nel 1938 un atelier di Alta Moda.

Ricordiamo la sua fama per i drappeggi, i volumi morbidi a botticello ma soprattutto per le sovrapposizioni delle gonne a ruota e la scelta preziosissima dei tessuti delicatissimi come il
tulle tempestato di ricami preziosissimi. Ciò lo fece presto diventare il maestro di stile per le soubrette, poi delle Dive.

Ma contemporaneamente divenne famoso anche per le vestaglie e gonne logore che Gina Lolobrigida indossa in “Pane Amore e Fantasia”, “La provinciale”, ”La romana” mostrando la classe del creatore soprattutto nella “Dolce vita” di Fellini interamente da lui disegnata. Nel 1951, il 12 Febbraio alla sala Bianca di Palazzo Pitti esordisce all’ Alta Moda.
Egli era alto circa 1metro e mezzo ma riusciva ad attirare a se stampa e media.

Un personaggio quindi, oltre che un sarto, capace anche di recitare la parte dell’istrione e prefigurare la figura che nascerà più tardi dello stilista e creatore di moda.
Di lì a poco, infatti, interpreterà in un film, su se stesso e parteciperà al musichiere non solo come costumista ma esibendosi anche come cantante.

Muore d’infarto il 4 Gennaio 1972 a Roma.

Tra i suoi allievi ricordiamo Valentino e, non così famoso, un certo Leopoldo che aprì una nota sartoria in centro a Terni da donna e uomo, dove mia madre iniziò in tenera età e vi rimase per lunghi anni. Lei mi parlava sempre di quando il Sig/re Leopoldo partiva o per Roma o per Parigi, poichè in stretto contatto con lo stesso Schuberth e Ferdinandi; riportando poi, appena rientrato, le tendenze e nuovi tessuti per le sue clienti.

Insieme poi ad altri colleghi fù il primo a fondare il primo sindacato di moda italiana SIAM. L’intero archivio è stato donato all’Università di Parma per volontà delle figlie.
Nel 2007 un gruppo di imprenditori napoletani hanno deciso di dare nuova vita alla Maison Emilio Federico Schuberth fondando EMI.